giovedì 26 novembre 2009

Mourinho: "Col Rubin la nostra finale"

José Mourinho, ai microfoni di Sky Sport, analizza la sconfitta dell'Inter contro il Barcellona: "Per loro non era un problema non avere a disposizione giocatori come Messi o Ibrahimovic, hanno una struttura di gioco con tutti i loro interpreti, anche Pedro ad esempio è un gran giocatore. Forse Sneijder è mancato all'Inter più di quanto Messi sia mancato a loro". L'allenatore nerazzurro prosegue analizzando il match: "Nel primo tempo il Barca ha fatto meglio, molto meglio di noi, il 2-0 è un risultato completamente adatto alla partita. Nella ripresa si è vista una gara molto più equilibrata, credo ci sia stato un rigore netto a nostro favore che avrebbe potuto darci più fiducia, ma il Barca ha vinto e lo ha fatto meritatamente e se noi chiudessimo questo girone al secondo posto sarebbe già qualcosa di importante".Mourinho arrabbiato? Mourinho deluso? No, Mourinho obiettivo: "Mi aspettavo un approccio diverso, una sqaudra più libera con meno paura di giocare. Il Barca ha un ritmo molto più alto del nostro sia in fase offensiva che difensiva dove pressano alto, in attacco anche con Xavi o Iniesta, giocatori che non hanno eguali al mondo. Nel secondo tempo siamo arrivati due o tre volte con più pericolo nella loro area di rigore, ma non sono state sufficienti"."Se con Sneijder in campo sarebbe potuto cambiare qualcosa? Per le qualità in possesso palla, Wesley pensa più veloce degli altri, sa giocare sotto pressione, pensa spalle alla porta, quindi anche lui si può paragonare a un Messi o a un Xavi nel modo di pressare, ma dopo una sconfitta che non lascia dubbi non mi piace parlare di Sneijder che non ha giocato nè di un rigore netto che c'era per noi, perchè il Barcellona ha meritato di vincere".Il Barca è una scuola, l'Inter lo diventerà. Lo aveva detto lo stesso Mourinho alla vigilia della gara. "Siamo lontani dal Barca, per qualità individuali dei giocatori e per proifilo. Ovviamente, se dovessimo affrontare il Barcellona in un fase più avanzata della competizione, in una partita netta, non si può dire che non potremo vincere, ma come squadra il Barcellona è meglio di noi".

lunedì 23 novembre 2009

Mourinho: "Adesso pensiamo al Barcellona"

Quinto successo stagionale lontano dallo stadio "Meazza" nella Serie A 2009-2010 per l'Inter di Mourinho che però sottolinea: "È vero, abbiamo fatto grandi risultati lontano da San Siro, però è anche vero che, in tutte le gare, siamo sempre passati in vantaggio per primi tranne a Cagliari. E passare in vantaggio per noi è importante perché abbiamo calciatori molto bravi negli spazi". E ancora lontano dal suo stadio, martedì l'Inter affronterà il Barcellona in Champions League: "Al Camp Nou la cosa più importante sarà la testa, non la tattica o la tecnica. È questo l'aspetto più importante: andare lì e giocare per fare un test alla nostra personalità". E a proposito di Barcellona, Mourinho dice la sua sull'assenza, annunciata da alcuni quotidiani spagnoli, di Zlatan Ibrahimovic: "A mio parere, al 99,9 per cento, Ibrahimovic martedì sarà in campo...".

domenica 15 novembre 2009

Mourinho La rivoluzione di Appiano
In esclusiva al quotidiano La Repubblica, Josè Mourinho ha parlato della sua rivoluzione applicata al centro sportivo di Appiano Gentile, la cosiddetta Pinetina, dove si allena ogni giorno la sua Inter. Campi nuovi, strutture tecnologiche e tante altre novità apportate dallo 'Special One' ed esposte al giornale. Ecco l'intervista integrale. "Com è nata la rivoluzione ad Appiano Gentile? Con l’Inter abbiamo condiviso un progetto di ristrutturazione della zona in precedenza occupata dal campo centrale, quello con la pista di atletica, che da anni non veniva più utilizzata. Il club aveva già in programma un nuovo terreno e mi ha chiesto un parere. A quel punto ho presentato un progetto di campi ‘polifunzionali’ che avevo già realizzato al Porto e al Chelsea, ma in quel caso era stato più semplice perché abbiamo creato dal nulla dei nuovi centri sportivi, attualmente ancora di assoluto riferimento, sia in Portogallo sia in Inghilterra. L’idea di una distesa unica, tracciabile in diversi campi, ha come prima finalità la possibilità di lavorare su spazi differenti in continuità. Posso programmare in una zona un certo tipo di esercitazione e in una seconda zona un altro tipo di esercitazioni, in questo modo l’intensità del lavoro è molto alta e i tempi di recupero vengono segnati dai passaggi brevi dei calciatori da una zona a una seconda zona. Inoltre, siccome oramai l’allenamento è il frutto del lavoro di tutto il mio staff, avendo un terreno così grande posso organizzare esercitazioni differenti fra loro in contemporanea e seguirle in contemporanea. Faccio un esempio: alla mia destra possono lavorare i difensori, alla mia sinistra gli attaccanti, davanti a me i centrocampisti, alle mie spalle i portieri; posizionandomi io al centro, ho la supervisione generale del lavoro di tutti in continuazione. Ma la cosa più importante per la nostra metodologia è sicuramente l’ intensità dell’allenamento, che deve essere uguale, o il più vicina possibile, a quella reale di una partita. Infatti i nostri allenamenti durano quasi sempre 90 minuti e coinvolgono, in contemporanea, i tre aspetti degli atleti: tecnico-tattico, fisico, mentale. Quindi la natura stessa di questo maxicampo porta allo sviluppo di questa metodologia senza soste troppo lunghe che frammentano il lavoro.

giovedì 5 novembre 2009

Incredibile Inter: 2-1Rimontona sulla Dinamo
A Kiev nei cinque minuti finali trasforma una sconfitta in tre punti che la lanciano in testa al girone: segnano Milito e Sneijder. La svolta nel secondo tempo, con il cambio di modulo: tante occasioni sbagliate, poi il successo negli assalti finali. Non vinceva in Europa dal 22 ottobre 2008.

Cinque minuti che possono cambiarti la vita. L'Inter passa da una sconfitta che la metteva spalle al muro a una vittoria che la lancia in testa al girone, con tutte altre prospettive. Sotto 1-0, José Mourinho fa un'iniezione di mentalità vincente, rischiando tutto già a inizio secondo tempo, e poi mettendoci un ulteriore carico quando passa a una difesa a tre con Zanetti-Lucio-Maicon. L'Inter perde senso logico e guadagna in furia atletica: è questa che la porta ad una rimonta meritata in tutto il secondo tempo, e concretizzata solo dal 41'. Sneijder prima pesca Milito in area per l'1-1, poi spinge in rete una palla che non voleva entrare, con respinte di Bogush su Muntari e Milito. L'all-in di Mourinho paga, in cinque minuti cambiano le prospettive, forse anche la storia europea dell'Inter.